Da un articolo di Deepti Canfora apparso su Osho Times n 248
Un piccolo pozzo vuoto
Per molti motivi, nella nostra infanzia, non ci siamo sentiti sostenuti, o rispettati, o amati e questo ha lasciato dentro di noi un piccolo pozzo vuoto che ancora oggi cerchiamo di riempire.
Una parte di noi oggi teme di ritrovarsi in quella situazione emotiva dolorosa in cui si è sentita sola, senza sostegno, umiliata e giudicata; una parte di noi ha paura di non ricevere o di perdere l’amore e l’approvazione.
Essere amati, essere sostenuti, essere “visti”, essere rispettati sono alcuni dei bisogni essenziali che ogni bambino desidera siano appagati e, inspiegabilmente, una volta adulti, continuiamo a cercare di soddisfarli. Perché?
In noi adulti continua a vivere quel bambino, costantemente e spesso in modo disordinato, alla ricerca: un bambino piccolo in attesa che la vita soddisfi i suoi bisogni.
Senza rendercene conto organizziamo e conduciamo la nostra vita nella continua ricerca di qualcosa che riempia quel pozzo vuoto.
Il nostro coinquilino
Questa ricerca affannosa, spesso impedisce l’affermazione di noi stessi e compromette la nostra autorevolezza; il nostro “coinquilino”, cioè il nostro bambino interiore, è sempre pronto a fare qualsiasi cosa per poter ottenere ciò di cui crede di aver bisogno e, spesso, per ottenerlo rinuncia alla sua integrità.
Una scarsa stima di se stessi ha radici in questa ricerca ossessiva di soddisfare questi bisogni.
Ancora adesso, da adulti, rincorriamo quella approvazione, quel rispetto, quell’amore di cui sentiamo la mancanza e, inconsciamente, abbiamo paura di sentirci umiliati, come se li dovessimo mendicare.
Rinunciamo ad affermare noi stessi per mantenere il “quieto vivere”, per paura di non essere approvati, per paura di rompere l’armonia, per paura del giudizio negativo e, di conseguenza, per paura di perdere il rispetto degli altri o il loro sostegno e il loro amore.
Non siamo in grado di costruire, riconoscere e mantenere un assetto solido e stabile di autostima.
L’anelito
L’autostima ha le sue radici in un terzo corpo sano e vibrante.
Il terzo chakra è orientato all'azione e ci aiuta ad affermarci come individui unici.
La sua chiave è l'integrità e favorisce l’indipendenza e l’autorevolezza.
È questa energia che, se fluida e consapevole, ci muove nel mondo, ci per-mette di agire, di prendere decisioni e di farci rispettare.
Ma questa energia può essere stata compromessa quando eravamo bambini; probabilmente nel passato, quando abbiamo affermato noi stessi, siamo stati, in modo esplicito o in modo meno dichiarato, sgridati, disapprovati, redarguiti e non ci siamo sentiti sostenuti, approvati, rispettati e amati; ci siamo così sentiti “sbagliati” e a volte abbiamo provato vergogna.
Ci trasciniamo la stessa vergogna anche in età adulta...
Alla base di tutto ciò c’è un malinteso.
Da piccoli sicuramente il nostro benessere necessariamente non poteva che arrivare da fuori: il cibo e le carezze della mamma, la protezione del papà, l’interesse e l’affetto dei nonni…
Tutto questo può non essere arrivato o anche, semplicemente, essere arrivato in tempi diversi rispetto ai nostri desideri ed è da questa insoddisfazione drammatica che comincia a scavarsi il nostro piccolo pozzo vuoto.
Il meccanismo che continua a muoverci è dato da questa inconsapevole “fame” di ottenere amore, attenzione e sostegno... Una sorta di avidità senza fine che ci sconnette dal nostro terzo chakra..
E, ormai adulti, siamo ancora convinti che amore, protezione, attenzione, affetto debbano arrivare dall’esterno, da qualcuno o da qualcosa, e che se non arrivano, soffriremo, falliremo, rimarremo soli.
Così, proprio come abbiamo fatto da piccoli, barattiamo la nostra integrità e l’affermazione di noi stessi, sperando di avere in cambio ciò a cui tanto aneliamo.
Nessuno oltre a noi
Ma non c’è nessuno al di fuori di noi che potrà mai soddisfare questo anelito.
Perché non c’è nessun altro, al di là di noi stessi, in grado di farlo.
La mancanza della consapevolezza che soltanto noi possiamo dare a noi stessi l’amore che desideriamo, ha distorto l’energia del nostro terzo chakra e ci troviamo a oscillare tra momenti di lotta dove ci battiamo per ottenerlo e momenti di crollo dove ci sentiamo senza speranza.
Per ottenere approvazione, rispetto, amore rinunciamo alla nostra integrità; in questo modo, però, finiamo per ferire, erodere e ledere la nostra autostima. Mettiamo in mano agli altri la nostra integrità e così la nostra autostima dipende da ciò che gli altri pensano di noi.
Così finisce per diventare importante, anzitutto, il parere degli altri, il giudizio che arriva da fuori; conseguentemente, questo influenza il giudizio che abbiamo di noi stessi e il nostro senso di autostima si spegne ed è sostituito da un surrogato, una fragile “esostima” precaria, che crolla molto facilmente al modificarsi di comportamenti e di opinioni degli altri.
Da questi presupposti non siamo in grado di cogliere tutto ciò che l’esistenza ci offre; siamo così presi dal voler raggiungere amore e approvazione a ogni costo che non riusciamo a ricevere quello che in realtà ci è dato.
È un copione scritto tanti anni fa in cui ancora continuiamo a recitare le stesse battute.
Una via semplice
Se noi impariamo ad amarci, a rispettarci, ad accettarci per quello che siamo, non sarà più necessario barattare la nostra integrità per ricevere l’amore che meritiamo.
Quando inizieremo a vedere quanto il passato continui a influenzare il nostro presente, quanto le nostre scelte e decisioni siano dettate dalle nostre esperienze relazionali con i nostri genitori, potremo imparare ad avere fiducia in noi stessi e, di conseguenza, negli altri.
Noi abbiamo già in noi tutto quello che ci serve; se apriamo gli occhi e il cuore possiamo imparare a riconoscere l’amorevole generosità dell’esistenza.
La via, semplice, che Osho ci indica è di vivere fuori dal programma del nostro passato.
Continua su Osho Times n. 248
Deepti Canfora, con Osho dal 1975, è creatrice del metodo Methaphysical Dance e della tecnica di stretching profondo (Deep Stretching) e fondatrice della Associazione Metaphysical Academy di Milano.
Per maggiori informazioni sul suo lavoro: www.deepticanfora.com
https://www.oshoba.it//index.php?id=articoli_view_x&xna=303
Un piccolo pozzo vuoto
Per molti motivi, nella nostra infanzia, non ci siamo sentiti sostenuti, o rispettati, o amati e questo ha lasciato dentro di noi un piccolo pozzo vuoto che ancora oggi cerchiamo di riempire.
Una parte di noi oggi teme di ritrovarsi in quella situazione emotiva dolorosa in cui si è sentita sola, senza sostegno, umiliata e giudicata; una parte di noi ha paura di non ricevere o di perdere l’amore e l’approvazione.
Essere amati, essere sostenuti, essere “visti”, essere rispettati sono alcuni dei bisogni essenziali che ogni bambino desidera siano appagati e, inspiegabilmente, una volta adulti, continuiamo a cercare di soddisfarli. Perché?
In noi adulti continua a vivere quel bambino, costantemente e spesso in modo disordinato, alla ricerca: un bambino piccolo in attesa che la vita soddisfi i suoi bisogni.
Senza rendercene conto organizziamo e conduciamo la nostra vita nella continua ricerca di qualcosa che riempia quel pozzo vuoto.
Il nostro coinquilino
Questa ricerca affannosa, spesso impedisce l’affermazione di noi stessi e compromette la nostra autorevolezza; il nostro “coinquilino”, cioè il nostro bambino interiore, è sempre pronto a fare qualsiasi cosa per poter ottenere ciò di cui crede di aver bisogno e, spesso, per ottenerlo rinuncia alla sua integrità.
Una scarsa stima di se stessi ha radici in questa ricerca ossessiva di soddisfare questi bisogni.
Ancora adesso, da adulti, rincorriamo quella approvazione, quel rispetto, quell’amore di cui sentiamo la mancanza e, inconsciamente, abbiamo paura di sentirci umiliati, come se li dovessimo mendicare.
Rinunciamo ad affermare noi stessi per mantenere il “quieto vivere”, per paura di non essere approvati, per paura di rompere l’armonia, per paura del giudizio negativo e, di conseguenza, per paura di perdere il rispetto degli altri o il loro sostegno e il loro amore.
Non siamo in grado di costruire, riconoscere e mantenere un assetto solido e stabile di autostima.
L’anelito
L’autostima ha le sue radici in un terzo corpo sano e vibrante.
Il terzo chakra è orientato all'azione e ci aiuta ad affermarci come individui unici.
La sua chiave è l'integrità e favorisce l’indipendenza e l’autorevolezza.
È questa energia che, se fluida e consapevole, ci muove nel mondo, ci per-mette di agire, di prendere decisioni e di farci rispettare.
Ma questa energia può essere stata compromessa quando eravamo bambini; probabilmente nel passato, quando abbiamo affermato noi stessi, siamo stati, in modo esplicito o in modo meno dichiarato, sgridati, disapprovati, redarguiti e non ci siamo sentiti sostenuti, approvati, rispettati e amati; ci siamo così sentiti “sbagliati” e a volte abbiamo provato vergogna.
Ci trasciniamo la stessa vergogna anche in età adulta...
Alla base di tutto ciò c’è un malinteso.
Da piccoli sicuramente il nostro benessere necessariamente non poteva che arrivare da fuori: il cibo e le carezze della mamma, la protezione del papà, l’interesse e l’affetto dei nonni…
Tutto questo può non essere arrivato o anche, semplicemente, essere arrivato in tempi diversi rispetto ai nostri desideri ed è da questa insoddisfazione drammatica che comincia a scavarsi il nostro piccolo pozzo vuoto.
Il meccanismo che continua a muoverci è dato da questa inconsapevole “fame” di ottenere amore, attenzione e sostegno... Una sorta di avidità senza fine che ci sconnette dal nostro terzo chakra..
E, ormai adulti, siamo ancora convinti che amore, protezione, attenzione, affetto debbano arrivare dall’esterno, da qualcuno o da qualcosa, e che se non arrivano, soffriremo, falliremo, rimarremo soli.
Così, proprio come abbiamo fatto da piccoli, barattiamo la nostra integrità e l’affermazione di noi stessi, sperando di avere in cambio ciò a cui tanto aneliamo.
Nessuno oltre a noi
Ma non c’è nessuno al di fuori di noi che potrà mai soddisfare questo anelito.
Perché non c’è nessun altro, al di là di noi stessi, in grado di farlo.
La mancanza della consapevolezza che soltanto noi possiamo dare a noi stessi l’amore che desideriamo, ha distorto l’energia del nostro terzo chakra e ci troviamo a oscillare tra momenti di lotta dove ci battiamo per ottenerlo e momenti di crollo dove ci sentiamo senza speranza.
Per ottenere approvazione, rispetto, amore rinunciamo alla nostra integrità; in questo modo, però, finiamo per ferire, erodere e ledere la nostra autostima. Mettiamo in mano agli altri la nostra integrità e così la nostra autostima dipende da ciò che gli altri pensano di noi.
Così finisce per diventare importante, anzitutto, il parere degli altri, il giudizio che arriva da fuori; conseguentemente, questo influenza il giudizio che abbiamo di noi stessi e il nostro senso di autostima si spegne ed è sostituito da un surrogato, una fragile “esostima” precaria, che crolla molto facilmente al modificarsi di comportamenti e di opinioni degli altri.
Da questi presupposti non siamo in grado di cogliere tutto ciò che l’esistenza ci offre; siamo così presi dal voler raggiungere amore e approvazione a ogni costo che non riusciamo a ricevere quello che in realtà ci è dato.
È un copione scritto tanti anni fa in cui ancora continuiamo a recitare le stesse battute.
Una via semplice
Se noi impariamo ad amarci, a rispettarci, ad accettarci per quello che siamo, non sarà più necessario barattare la nostra integrità per ricevere l’amore che meritiamo.
Quando inizieremo a vedere quanto il passato continui a influenzare il nostro presente, quanto le nostre scelte e decisioni siano dettate dalle nostre esperienze relazionali con i nostri genitori, potremo imparare ad avere fiducia in noi stessi e, di conseguenza, negli altri.
Noi abbiamo già in noi tutto quello che ci serve; se apriamo gli occhi e il cuore possiamo imparare a riconoscere l’amorevole generosità dell’esistenza.
La via, semplice, che Osho ci indica è di vivere fuori dal programma del nostro passato.
Continua su Osho Times n. 248
Deepti Canfora, con Osho dal 1975, è creatrice del metodo Methaphysical Dance e della tecnica di stretching profondo (Deep Stretching) e fondatrice della Associazione Metaphysical Academy di Milano.
Per maggiori informazioni sul suo lavoro: www.deepticanfora.com
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