sabato 30 novembre 2019

13 Cose che Soltanto i Veri Amici Fanno

 Un'amicizia finisce quando scopri che l'amico eri solo tu. #amicizia snoopy
 "Il mio migliore amico e' colui che tira fuori il meglio di me." - Henry Ford 

Man mano che cresciamo, ci rendiamo conto che diventa sempre meno importante il numero degli amici rispetto alla qualita', alla sincerità e all'autenticita' degli stessi. 
In fin dei conti, la vita è un po' come una festa. 
Si invita un sacco di gente, alcuni se ne vanno presto, altri restano per tutta la notte, alcuni ridono con te, altri ridono di te, e alcuni si presentano alla festa molto tardi. 
Ma alla fine, dopo il divertimento, solo alcuni rimangono per aiutarti a ripulire il casino. E il più delle volte, non sono le stesse persone che hanno creato quel casino. Questi sono i tuoi veri amici nella vita. Loro sono quelli che contano di più.

Ecco 13 cose che i soltanto i veri amici fanno:

1. Affrontano insieme a te i tuoi problemi.
Una persona che ti conosce e ti ama veramente - un vero amico - è qualcuno che vede il dolore nei tuoi occhi mentre tutti gli altri sanno osservare soltanto il sorriso sul tuo viso. E tieni a mente che un vero amico non e' qualcuno che risolve i tuoi problemi al posto tuo, ma qualcuno che sceglie di affrontare i tuoi problemi insieme a te.

2. Danno sempre tutto quello che possono perché ti hanno veramente a cuore.
Una delle maggiori sfide nei rapporti deriva dal fatto che molti di noi entrano in una relazione al fine di ottenere qualcosa in cambio. Cerchiamo di trovare qualcuno che sia in grado di darci qualcosa, in un modo o nell'altro. In realtà, l'unico modo per far durare un rapporto, e ricavarne reciprocamente gioia a lungo termine, e' cercare di concepire le nostre relazioni come una realta' nella quale andiamo a dare, piuttosto che a ricevere. Se entrambe le parti interpretano il rapporto in questo modo, il risultato sara' una relazione di reciproco dare e avere incentrata su generosita', spontaneita' e altruismo.

3. Fanno sempre in modo di trovare del tempo per te.
E 'ovvio, ma un rapporto in cui non si riesce a trovare del tempo per l'altro e' un rapporto che sta andando incontro a dei problemi. Non si dovrebbe mai lottare per conquistare un posto nella vita di qualcuno. Non forzate mai nessuno a fare spazio nella sua vita per te, perché se veramente stai a cuore a qualcuno, questi ci pensera' da solo a trovare del tempo per te.

4. Proprio come te, nei rapporti di amicizia amano la libertà.
Un rapporto sano mantiene le porte e le finestre spalancate. In una relazione ricca e armoniosa circola molta aria, ci sono ampi spazi e nessuno vi si sente intrappolato. Questo e' l'ambiente in cui le amicizie prosperano. Tieni le porte e le finestre aperte. Se le persone a cui tieni vogliono davvero essere nella tua vita, tutte le porte e le finestre aperte del mondo non le faranno certo andare via.

5. Comunicano con te in modo chiaro e diretto.
E' stato detto molte volte, ed è indubbiamente vero: una buona comunicazione e' fondamentale per costruire e mantenere un rapporto che funzioni. Se provi del risentimento nei riguardi di un amico è necessario parlarne subito con lui, piuttosto che lasciare che il rancore cresca. Se sei geloso, è necessario comunicare in modo aperto e onesto affinche' possiate affrontare le tue insicurezze e gestirle insieme. Se hai delle aspettative in un rapporto, è necessario che tu le esprima per renderne l'altro consapevole. Se ci sono dei problemi, parlane. E' bello e facile parlare di cio' che va bene, ma per risolvere le difficolta' e i problemi e' necessario affrontarli. Insieme.

6. Ti vogliono bene per quello che sei senza cercare di cambiarti.
Tentare di cambiare una persona non funziona mai. Un vero amico è qualcuno che ti conosce veramente, con pregi e difetti, e ti ama per quello che sei. Non cambiare per cercare di piacere gli altri. Sii te stesso e le persone giuste apprezzeranno chi sei realmente. Se hai voglia di cambiare qualcosa in un tuo amico, prova invece a ricordarti tutte le cose belle che te lo fanno amare..

7. Sono sinceri con te e si aspettano sincerita' da te.
Non idealizzare gli altri. Non saranno mai all'altezza delle tue aspettative. Non gestire a tavolino le tue relazioni. Smetti di giocare. Una relazione puo' crescere solo se alimentata dalla genuinità. Non sottovalutare l'importanza dei sentimenti altrui, l'amore e l'amicizia possono regalare gioie meravigliose, ma anche provocare dolori infiniti quando sono feriti. Sii sempre onesto, aperto e disponibile.

8. Sono pronti al compromesso.
I veri amici si trovano a meta' strada. Quando c'è un disaccordo, cerca sempre di elaborare una soluzione che funzioni per entrambe le parti - un compromesso, piuttosto che rimanere rigido sulle tue posizioni e chiudere la porta a ogni possibilita' di venirsi incontro.

9. Ti sostengono nei momenti di cambiamento.
Le nostre esigenze cambiano con il tempo. Quando qualcuno ti dice: "Sei cambiato," non si tratta necessariamente di una cosa negativa. A volte vuol dire che sei cresciuto, maturato, o semplicemente divenuto più consapevole. Non scusarti per questo. Cerca invece di essere sempre aperto e sincero, spiega come ti senti e continua a fare cio' che in cuor tuo sai essere giusto.

10. Credono in te e nei tuoi sogni.
Credere in un'altra persona, e dimostrarglielo con i fatti e con le parole, puo' fare una grande differenza nella vita di questa persona. Le persone più' felici sono coloro che hanno accanto qualcuno che le incoraggia, le supporta e crede nei loro sogni. Sostieni coloro a cui vuoi bene, credi in loro, sostienili e incoraggiali nel raggiungimento dei loro sogni. Fai il tifo per loro e stagli accanto nella vittoria e nella sconfitta. A prescindere dal fatto che realizzeranno i propri sogni, la tua fiducia e il tuo supporto sono per i tuoi amici la cosa più importante.

11. Ti ascoltano con attenzione.
Presta attenzione a una persona e dimostragli che le sue parole contano sul serio: quella persona ne ricavera' stima, fiducia e ottimismo nell'affrontare il futuro. Spesso le persone intorno a noi non hanno bisogno dei nostri consigli, ma solamente di un orecchio che le ascolti e di semplici parole di incoraggiamento. Cio' che vogliono sapere e' spesso gia' da qualche parte dentro di loro. Hanno semplicemente bisogno di maturarne consapevolezza e il semplice fatto di parlarne a un orecchio amico puo' fare miracoli in tal senso.

12. Mantengono le promesse.
La tua parola vuol dire tutto. Se prometti di fare qualcosa, falla. Non promettere cio' che non puoi mantenere, non ingannare, non deludere le aspettative di chi crede in te. I veri amici mantengono sempre le promesse.

13. Ti rimangono vicino nei momenti più duri.
La triste verità è che ci sono alcune persone che ti rimarranno vicine soltanto fino a quando avranno bisogno di te. Quando non gli farai più comodo, se ne andranno. La buona notizia è che ti sarai liberato di persone che non meritavano di essere nella tua vita. Ne soffrirai, certo, ma avrai estirpato della erbacce dal tuo cammino. Chi ti ama ti restera' vicino nei momenti più duri e sara' li' pronto ad offrirti spontaneamente il proprio sostegno. 
 
Re Interiore: 13 Cose che Soltanto i Veri Amici Fanno

venerdì 29 novembre 2019

Amici virtuali, emozioni reali



Su Google è un po’ come nella vita reale, incontriamo persone e diventiamo amici di pochissimi di loro

Di quei pochi che si dimostrano veri amici riusciamo spesso ad intuire chi c'è dall'altra parte del monitor, pur non avendoli mai visti o sentito la loro voce.
Percepiamo la presenza, nonostante la distanza.

Molte persone fanno su google quello che vorrebbero fare nella vita reale, trovare qualcuno in ascolto di cui fidarsi, per parlare, confidarsi, sfogarsi.
I veri amici di google ci fanno provare emozioni vere, non certo virtuali.
Protetti da un rassicurante monitor ci raccontano cose che non racconterebbero nella vita reale.

Di molti non conosciamo l'età, la professione o le sembianze, ma conosciamo quello che sono dentro perchè c'è lo mostrano.

E talvolta succede che il virtuale diventa reale.
(A.Degas)

giovedì 28 novembre 2019

MITI DEL PEYOTE TRA I DELAWARE




 
La tribù dei Delaware ha ricoperto un ruolo importante nella storia della Chiesa Nativa Americana (Native American Church), la religione basata sul peyote diffusasi presso le tribù native nordamericane. La conoscenza del peyote raggiunse i Delaware nel 1886, attraverso contatti con tribù limitrofe. Il capo tribale Elk Hair sviluppò un rito del peyote differente da quello della “Grande Luna”, sincretico con il Cristianesimo, che si stava diffondendo fra le tribù native; denominò il nuovo rito “Piccola Luna” e gli diede connotazioni fortemente anti-Cristiane. Elk Hair era convinto che la religione del peyote dovesse essere esclusiva per gli Indiani e non possedere alcun riferimento religioso dell’uomo Bianco.
Negli anni 30 del ’900 Vincenzo Petrullo raccolse alcune versioni del racconto mitologico sull’origine del culto del peyote fra i Delaware. Hanno tutti in comune l’evento di drammaticità della situazione, dove una persona – giovane o vecchia che sia – si trova sul punto di morire e in una condizione mentale di accettazione della sua morte. E’ in questa dimensione psichica che lo spirito del peyote si rivela alla persona per salvarle la vita e farle dono del peyote.
Versione 2
(narrata dall’indiano delaware Joe Washington)
Tanto tempo fa ci fu una grande guerra. Una volta una tribù perdette la battaglia e molti di loro furono uccisi. Un uomo, trovandosi da solo e disperando di salvarsi, decise di attendere la morte nel luogo in cui si trovava.
“Tutta la mia gente è stata uccisa” – si disse – “i nostri nemici stanno per uccidere anche me. Mi arrenderò”.
Si stese al suolo sul suo stomaco e nascose la sua faccia fra le mani. Attese. Poco dopo udì una persona che si avvicinava da est.
“Certamente” – si disse – “questo è uno dei miei nemici”.
Lo udì avvicinarsi e attese, in attesa di essere ucciso. Egli sentì la persona giungere sopra alla sua testa. Era sicuro che ora sarebbe stato ucciso. Attese, ma invece udì l’uomo, che era Peyote, dire:
“Sono venuto qui non per ucciderti, ma per portarti un nuovo messaggio. Sai che molta della tua gente è stata uccisa e che il resto è sparso in tutte le direzioni. Sono venuto qui per dirti cosa fare. Sono venuto qui per toglierti tutte le tue preoccupazioni. Quanti della tua gente sono sopravvissuti alla battaglia sono salvi. Anche il tuo bambino è salvo. Ora, ti voglio insegnare qualcosa che trasmetterai alla tua gente. Fai come ti dico e non avrai alcun problema di alcun tipo. La tua gente non sarà più uccisa. Questo è ciò che desidero. Mi troverai qui attorno”.
L’uomo aprì gli occhi, si guardò attorno ma non vide nessuno. Sentì la pianta del Peyote fra le sue mani. Quindi Peyote parlò di nuovo e gli indicò cosa fare. Peyote diede il suo potere all’uomo. L’uomo tornò dalla sua gente e disse loro che Peyote gli si era avvicinato. Disse alla sua gente di non preoccuparsi, che tutto sarebbe andato bene. Non ci sarebbero più stati dei problemi. Ogni cosa sarebbe stata buona. Ma Peyote aveva detto:
“Ci sono molti modi di usarmi, ma se non mi userete in un solo modo, quello giusto, posso farvi del male. Usatemi nel giusto modo e vi aiuterò”.
Peyote indicò a questo Indiano come usarlo nel giusto modo (Petrullo, 1934: 37-8).

mercoledì 27 novembre 2019

Anche gli alberi hanno un cervello



 



di
 Damiano Fedeli su Panorama


 


Le piante hanno una «testa pensante» con la quale comunicano, prendono decisioni, ricordano perfino. Alcuni ricercatori italiani sono stati tra i primi a scoprirlo.
La prossima volta che vi capiterà di osservare un albero, o anche solo un cactus della terrazza, certo li guarderete con occhio diverso. Perché le piante, dalla quercia più imponente al fiore più esile, hanno una «testa pensante»: riflettono, si scambiano informazioni o avvertimenti, prendono decisioni. E il loro cervello segreto è nelle radici.

Una verità che Charles Darwin aveva già sospettato e che viene confermata dalla scienza. Su ogni singola punta delle radici (il nome è apice radicale) c'è un gruppo di cellule che comunica usando neurotrasmettitori, proprio come i nostri neuroni; e queste cellule elaborano e rispondono alle informazioni che arrivano qui da tutta la pianta.

Ciascun apice è autonomo, ma può anche coordinarsi con gli altri. Un vero e proprio cervello diffuso il cui funzionamento a rete ricorda quello di internet, e che permette agli alberi non solo di comunicare, ma persino di avere una memoria e una sorta di autocoscienza.

La scoperta è di un gruppo di ricercatori delle Università di Firenze e di Bonn e rappresenta una svolta in ciò che finora si sapeva sui vegetali. È nata persino una nuova scienza, la neurobiologia vegetale, di cui si è tenuto di recente a Firenze il primo congresso internazionale.

Gli studiosi della nuova disciplina hanno dato vita alla Society for plant neurobiology e a una rivista, Plant signaling & behavior (comunicazione e comportamento delle piante). Nel capoluogo toscano sta poi per nascere il primo laboratorio al mondo per questa materia, destinato a diventarne centro di riferimento.

«Le ricerche degli ultimi quattro anni hanno portato prove che le piante si comportano come esseri intelligenti. Il rischio per noi è stato che si equivocasse una ricerca scientifica solida con credenze popolari che hanno diffuso una serie incredibile di sciocchezze» avverte Stefano Mancuso, del dipartimento di ortoflorofrutticoltura dell'Università di Firenze.

«La neurobiologia vegetale è nata qui e all'Università di Bonn, con il team di Frantisek Baluska, dell'Istituto di botanica molecolare e cellulare. Abbiamo scoperto che in ciascun apice radicale c'è una zona, detta di transizione, le cui cellule hanno caratteristiche neuronali. Mettono cioè in atto una trasmissione sinaptica identica a quella dei tessuti neurali animali».

L'impulso scorre nel cervello della pianta attraverso molecole, i neurotrasmettitori, molti dei quali sono gli stessi con cui comunicano i neuroni animali. «In questi apici troviamo glutammato, glicina, sinaptotagmina, gaba, acetilcolina. Ci siamo chiesti: che cosa ci stanno a fare, se le piante non hanno una trasmissione sinaptica?» racconta il ricercatore. Se era noto che i vegetali producono sostanze attive neurologicamente, come caffeina, teina o cannabina, la scoperta di neurotrasmettitori ha evidenziato l'attività neurale.

Anche il ruolo del più importante ormone vegetale finora conosciuto, l'auxina, è stato ridefinito. Baluska: «Permette alla pianta di accrescersi o di emettere nuove radici ed è un neurotrasmettitore specifico dei vegetali, molto simile alle nostre melatonina o serotonina».

«È tempo di dare il benvenuto alle piante nel novero degli organismi intelligenti» afferma Peter Barlow, della School of biological science dell'Università di Bonn. Una prova di «intelligenza vegetale», del resto, è il comportamento in caso di difficoltà. Le piante agiscono infatti con lo stesso sistema prova-errore degli animali: davanti a un problema procedono per tentativi fino a trovare la soluzione ottimale di cui, poi, si ricordano quando si presenta una situazione simile.
Se per esempio manca acqua, aumentano lo spessore dell'epidermide, ne chiudono le aperture, gli stomi, evitando la traspirazione. Riducono poi il numero di foglie aumentando quello delle radici per esplorare zone vicine.

Viene da chiedersi, però, se non si tratti di stimoli puramente meccanici. «No, si tratta di un comportamento intelligente» sostiene Mancuso. «Se le radici dovessero solo trovare acqua, potrebbe essere automatico. Ma devono anche cercare ossigeno, nutrienti minerali, crescere secondo il senso della gravità, evitare attacchi.

E valutare quindi contemporaneamente le comunicazioni chimiche che le piante si scambiano attraverso l'aria e la terra: messaggi sullo stato di salute o sui parassiti. Se sono attaccate da patogeni, comunicano alle simili della stessa specie con gas e sostanze volatili che c'è un pericolo, invitandole ad aumentare le difese immunitarie. I vegetali, così, dimostrano di essere anche sociali».

Sociali ma non necessariamente socievoli. Essendo esseri territoriali, le piante si mandano segnali del tipo «qui ci sono io», emettendo sostanze disciolte nel terreno. Le radici intercettano le comunicazioni, capiscono se hanno vicino una pianta della stessa specie, e in tal caso la reazione è blanda, oppure se è un'avversaria, e allora diventano aggressive fino a lanciare sostanze velenose.

Tenendo conto di tutti questi stimoli l'apice decide cosa fare. Decisione che viene anche dal ricordo: una pianta che ha già affrontato un certo problema è in grado di rispondere in modo più efficiente. «Questa caratteristica» ricorda Mancuso «era nota: si parlava di acclimatazione. Per esempio, l'olivo a ottobre-novembre si modifica per affrontare l'inverno. Finora lo si spiegava come una risposta meccanica alle variazioni ambientali. In realtà la pianta decide di farlo quando sente le condizioni che ha memorizzato».

Le piante hanno anche una certa coscienza di sé. Diversi esperimenti hanno mostrato che, prendendone due geneticamente identiche, due cloni, e mettendole accanto, quella che è messa in ombra dall'altra si muove alla ricerca di luce. Se invece si accorge di essere essa stessa a farsi ombra con un ramo, nulla accade.

Ma tutte le piante sono ugualmente dotate? Un filo d'erba ha lo stesso Q.I. di una quercia centenaria? «È possibile che ci siano piante più intelligenti, ma ancora non lo sappiamo» riconosce Mancuso. «Per misurare il quoziente intellettivo di un ratto lo si mette in un labirinto e si guarda quanto impiega ad arrivare al cibo.
Si è visto che una radice di mais inserita in un labirinto la cui meta era dell'azoto ci arrivava senza sbagliare, trovando la via più corta: in questo caso si tratta di organi di senso più raffinati».

«Siamo appena all'inizio di una rivoluzione nel nostro modo di pensare alle piante» commenta Dieter Volkmann, del gruppo di Bonn. Questi studi, oltre a rivoluzionare le conoscenze sulle piante, hanno ricadute anche sull'uomo. I neuroni verdi possono fungere da modello per sperimentare terapie contro malattie degenerative del sistema nervoso, come il morbo di Parkinson e di Alzheimer.

«Gli animali vengono utilizzati, e con successo, in questo tipo di studi. Usare le piante non è però un regresso nella scala evolutiva» dice Mancuso. «Una cellula neuronale vegetale è sì un modello semplificato di neurone, ma proprio per questo consente di individuarne più facilmente i meccanismi.
Non ci sono problemi di vivisezione e le cellule delle piante sono facilmente trasformabili geneticamente, caratteristiche che potrebbero farne un materiale da laboratorio valido dalla ricerca di base alle applicazioni terapeutiche.

Il Medical research council di Cambridge, il laboratorio di biologia molecolare fucina di premi Nobel, collabora con noi in questo campo». Non è finita: i neuroni delle piante potrebbero presto diventare un modello anche per gli studi sull'intelligenza artificiale.

martedì 26 novembre 2019

Gli scarti organici dei pesci come valida alternativa alla plastica

 Risultati immagini per marina tex
MarinaTex è un nuovo materiale bioplastico che potrebbe sostituire la plastica monouso in una moltitudine di applicazioni. A fare la scoperta è stata la studentessa Lucy Hughes.
L’ispirazione principale di Hughes è nata dalle squame dei pesci e questa illuminazione le è valso il premio internazionale James Dyson.
Le pelli e le squame di pesce hanno un grande potenziale grazie alla loro flessibilità e grazie alle proteine che garantiscono una grandiosa forza elastica. Inoltre il tessuto si biodegrada in meno di sei settimane e non contamina il suolo.
Il progetto della Hughes è iniziato come un’indagine su come ridurre lo spreco di pesce, che ad oggi, secondo le stime delle Nazioni Unite, si aggira intorno alle 50 milioni di tonnellate prodotte in tutto il mondo ogni anno.
“Stavo cercando di capire come utilizzare quel flusso di rifiuti e aggiungere valore a tali rifiuti. Quando ho sentito le pelli e le squame nelle mie mani, ho potuto vedere che c’era un potenziale rinchiuso in esso. Era così flessibile e forte.”
 

lunedì 25 novembre 2019

QUELLI CHE PARLANO AGLI ALBERI

 
 « Quando entrate in una foresta, ricordatevi che in quel luogo è presente una moltitudine di creature che vanno e vengono, occupate in diverse attività, e che quelle creature vi vedono. Cercate di entrare in relazione con esse, anche rivolgendo loro la parola per mostrare che ne apprezzate il lavoro.


Avvicinatevi a una quercia, a un abete… Appoggiate la mano sul suo tronco e dite a quell'albero: «Come sei bello! Come sei forte! Dammi un po’ della tua solidità e della tua resistenza... E ti incarico anche di un messaggio per tutti gli altri alberi della foresta. Dì loro che sono magnifici e che li amo. Saluta ciascuno di essi da parte mia, trasmetti loro il mio bacio», e poi baciate l’albero. Le entità che lo abitano si affretteranno allora a trasmettere il vostro amore a tutta la foresta, e mentre voi proseguirete il cammino, le altre entità che hanno ricevuto il vostro messaggio usciranno dagli alberi per salutarvi, danzando al vostro passaggio. Quando tornerete a casa vostra, sarete felici, come se aveste incontrato degli amici. »


Omraam Mikhaël Aïvanhov

Rè Interiore: QUELLI CHE PARLANO AGLI ALBERI

domenica 24 novembre 2019

La Terra è più verde del previsto: oltre 3 milia miliardi di alberi


Quando multinazionali prive di scrupoli iniziarono l'ormai celeberrimo disboscamento della foresta amazzonica per costruire centri commerciali e complessi residenziali, il mondo ebbe per un attimo la percezione che il processo avrebbe presto dato il “la” ad un disegno molto più ampio finalizzato ad estirpare il cuore verde del pianeta e a rimpiazzarlo con uno molto più grigio e molto meno pulsante.

Con sommo stupore degli addetti ai lavori e di un grande pubblico recentemente diventato iper-sensibile in materia di ambiente, pare invece che le specie vegetali continuino a proliferare sulla Terra e che il numero di alberi presenti al mondo superi di gran lunga le più rosse previsioni, andando ad attestarsi intorno alle 3 mila miliardi unità complessive.
Il primo censimento planetario del patrimonio boschivo sul pianeta Terra, condotto dai ricercatori di Yale ha infatti evidenziato una quantità di alberi tale da consentire, in linea ipotetica, l'accesso a circa 422 tronchi per ogni individuo, a fronte di stime della vigilia che ipotizzavano l'esistenza di un rapporto uomo albero di sole 61 unità a testa ...

L'ampia opera di censimento è stata realizzata mediante il ricorso ad oltre 430 mila rilievi che hanno evidenziato l'esistenza di un'enorme quantità di alberi, per lo più collocata nelle zone tropicali e subtropicali del Pianeta, fino ad oggi sfuggita ai satelliti e alle riprese aeree volte a quantificare il numero complessivo di alberi sulla Terra.

Se la ricerca pubblicata su Nature consente all'umanità di tirare un sospiro (è proprio il caso di dire) di sollievo e di intravedere un futuro migliore per le sorti del Globo e dell'ecosistema, resta logicamente inalterato il problema relativo alla suddivisione delle aree verdi ed è logico che, agli occhi di chi si trova costretto a vivere in un soffocante centro urbano, la scoperta dell'esistenza di piante localizzate in prossimità dei tropici potrebbe importare molto poco.

Con l'auspicio che il numero degli alberi continui a crescere e che i vari disboscamenti si arrestino al minimo indispensabile e alle reali esigenze abitative degli abitanti del Pianeta, non resta dunque che consolarci con il vasto censimento di Yale e lasciarci le preoccupazioni amazzoniche alle spalle, giusto per voltar pagina.
http://crepanelmuro.blogspot.it/2015/09/la-terra-e-piu-verde-del-previsto-oltre.html?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed:+LaCrepaNelMuro+(La+Crepa+nel+muro)

sabato 23 novembre 2019

Fare amicizia con un albero


Avvicinati a un albero, parla a quest'albero, toccalo, abbraccialo, sentilo, siedi accanto a lui, fagli sentire che tu sei buono e non hai intenzione di fargli del male.

Pian piano nascerà un'amicizia e comincerai a sentire che non appena ti avvicini, la vibrazione dell'albero cambia. Lo sentirai... non appena arrivi, sentirai un'energia straordinaria scorrere lungo la corteccia. Quando lo tocchi, l'albero è felice come un bambino, come un amante. Quando siedi vicino all'albero avrai mille sensazioni diverse. In breve ti accorgerai che anche se sei triste quando ti avvicini all'albero, stando semplicemente alla sua presenza la tua tristezza scompare.

E solo cosi riuscirai a comprendere che siete interdipendenti. Tu puoi fare felice l'albero, e l'albero può far felice te. L'intera esistenza è interdipendente. Io chiamo Dio questa interdipendenza.


Solo la meditazione può uccidere la mente, null'altro.

Osho

venerdì 22 novembre 2019

Persone che non si toccano


 Voglio riportare alcune righe scritte da Shere Hite a proposito di "Donne che non si toccano" anche se credo che sia un ragionamento applicabile a tutti i tipi di relazioni con il desiderio che ci toccheremo di più lasciando fluire i nostri desideri ...

Esistono molte manifestazioni verbali tra le donne, come telefonarsi con regolarità e anche visive, per esempio guardarsi negli occhi. Ma uno dei problemi maggiori nelle amicizie femminili è la mancanza di affetto a livello fisico. Le donne apprezzano le tante meravigliose manifestazioni affettive da parte delle amiche; tuttavia la fisicità è proibita, a eccezione dei baci o degli abbracci di saluto, perciò nella maggior parte dei casi queste espressioni affettive si limitano esclusivamente al livello verbale. Nelle mie ricerche, tra tutte le donne intervistate ho trovato solo rari esempi di persone che esprimevano il loro affetto fisico al di là dei baci di saluto. Per esempio, pochissime guardavano la televisione abbracciate, per quanto l'argomento fosse emerso nel primo rapporto Hite sulla sessualità femminile. Perché l'intimità fisica nella nostra società deve essere tutto o niente, vero sesso o nessun contatto fisico? Si tratta di un'area ancora rigorosamente tabù per le donne, anche più del lesbismo.

STARE VICINE
Nella nostra cultura c'è fame d'amore; nelle amicizie le manifestazioni fisiche di affetto sono diminuite nel xx secolo rispetto al precedente,specialmente tra donne, ma anche tra uomini. Tutti hanno bisogno di affetto fisico, di non dormire sempre da soli. Ora che nelle nazioni più importanti metà della popolazione vive da single, in che modo ci si può procurare affetto? Così com'è strutturata attualmente,la società permette la condivisione di un'affettività fisica prolungata solo con un compagno o con il consorte. Come mai la nostra fisicità è stata talmente soffocata che chiunque tocchiamo per più di un minuto è considerato un amante? Come mai l'unico modo per ricevere calore fisico,e non per un solo istante, è quello di avere rapporti sessuali? Uno dei maggiori problemi insito nella nostra cultura è la negazione del valore e della "bontà" insite nella vita del corpo. La maggior parte delle donne sente che non è giusto coccolarsi abbracciate per un paio d'ore con un'amica a cui si vuole bene e che si conosce magari da anni,guardando la televisione oppure facendo un sonnellino. Perchè? Ciò che al tempo della scuola è ancora possibile diventa sempre più inaccettabile a mano a mano che diventiamo adulte. Un contatto fisico e intenso e protratto nel tempo è proibito. La nostra definizione di sesso è in molti casi troppo rigida per soddisfare davvero la vita sensuale. "Perché il sesso dovrebbe essere definito un amplesso che porta all'orgasmo?". E' questa la domanda che si pone il primo rapporto Hite. Il sesso convenzionale è un insieme di attività programmate e prevedibili,in cui ai preliminari fa seguito la penetrazione, quindi l'amplesso e che culmina nell'orgasmo maschile:insomma lo scenario della riproduzione. E' ciò che si vede in quasi tutti i film commerciali che hanno scene di sesso e anche nei video erotici; le donne riferiscono che è questa l'organizzazione di base che la maggior parte degli uomini si aspetta in un rapporto sessuale,preliminari di vario genere a cui fa seguito, come "condizione necessaria e sufficiente", l'orgasmo in vagina. Ma quanti uomini lamentano il timore di non avere l'erezione? Sarebbe più gratificante per tutti, donne e uomini, se il sesso non venisse definito e diventasse un vocabolario personale dei modi in cui gli individui, seguendo le proprie emozioni, si esprimono reciprocamente con un ampia gamma di sfumature,e che solo a volte porta, attraverso varie modalità,alla penetrazione e all'amplesso.

BACI, ABBRACCI E TENERE PAROLE
Le lettere e i diari dell'epoca vittoriana dimostrano che le donne,sia a voce sia per iscritto,si esprimevano in maniera molto più intima di quanto non avvenga oggi,usando frasi come:"Mia carissima..." "Quando sono con te il mio cuore canta..." Oppure ricordando i momenti trascorsi insieme: "Il tuo calore era ovunque...". Erano frasi molto diffuse e si ritrovano un po ovunque nei documenti scritti dalle donne del XIX secolo. Inoltre era abbastanza comune camminare in pubblico abbracciate o mano nella mano, senza che fosse considerata una stranezza o qualcosa di insolito, ma solo un segno di amicizia. Oggi questa eredità permane nel bacio sulle guance che alle donne, ma meno agli uomini, è consentito scambiarsi come abitudine quando si incontrano e si congedano, tenendosi comunque a una distanza tale da impedire alle parti del corpo che si trovano sotto il collo di toccarsi.

ESPRIMERE AMORE
Non c'è nulla di sbagliato nell'usare verso un'amica espressioni come "tesoro","ti voglio tanto bene", normalmente destinate a un compagno,se ciò rivela i nostri sentimenti; dovrebbe essere possibile esprimere calore fisico e intimità senza che ogni gesto con intensità o valenza erotica venga inteso come un preliminare al sesso. Esistono diversi modi, ancora oggi piuttosto inesplorati, attraverso cui scambiarsi il calore di un contatto fisico. Per esempio può essere molto erotico e appagante il fatto stesso di guardarsi intensamente, oppure di premere i corpi l'uno contro l'altro a lungo, in piedi o sdraiati, forse uno dei bisogni e dei piaceri più importanti dell'essere umano. E nonostante questo, l'unico modo per ricevere un contatto pieno e gratificante che duri più di un minuto avviene attraverso il sesso. Perché? Anche queste molteplici maniere di toccarsi e stare vicine possono diventare parte dei nostri nuovi progetti di vita.
 
Cambiare il mondo senza prendere il Potere: Persone che non si toccano

giovedì 21 novembre 2019

Tocchiamoci

 


Sergio Lopez - Nudi femminili che sbocciano tra i fiori
CHE TIPO DI CONTATTO FISICO PIACE ALLE DONNE?

DORMIRE INSIEME

"Il mio amante e io stiamo molto vicini fisicamente anche se non abbiamo rapporti molto spesso. Dormiamo nudi e abbracciati tutte le notti, facciamo la doccia insieme, ci baciamo, ci abbracciamo,ci accarezziamo, ci tocchiamo, ci morsichiamo sempre."

"Mi piace molto toccarci,dormire vicini e svegliarci la mattina dopo ancora insieme. Uniti. Ho dormito in questo modo con due miei grandi amici, ed è stato meraviglioso."

"Le carezzze sono molto importanti. Dormo rannicchiata insieme alla mia migliore amica e lo facciamo da sei anni, anche se non abbiamo alcun rapporto sessuale(per decisione sua non mia)."

"Adoro abbracciare e toccare completamente una persona. Adoro rannicchiarci insieme a letto schiena contro torace. Mi piace moltissimo dormire con la mia bambina, stringerci, strofinarle la schiena o farmela strofinare da lei."

STRINGERSI FORTE

"Stare sdraiati ben stretti dà una sensazione meravigliosa-una specie di abbraccio di tutto il corpo. Mi piace stare sdraiati in questa posizione con i due corpi che si toccano tutti."

"La mia migliore esperienza sessuale è stata un lungo abbraccio con un ragazzo della mia età (ho sedici anni) con molto calore. Non è stata una cosa tanto sessuale,quanto un'espressione di grande felicità."

"E' bello stare nudi insieme,il contatto completo,dalla testa alla punta dei piedi!"

"L'abbraccio che coinvolge tutto il corpo per me è molto importante. E' bello stare nuda distesa contro il corpo nudo del mio compagno - mi piace soprattutto avere tutta la parte davanti del mio corpo contro la sua."

"Mi piacerebbe stare nuda insieme con la mia amica anche lei nuda. Potremmo stare distese l'una contro l'altra e schiacciarci forte."

BACIARSI

"Tonnellate di baci sono le cose che piacciono a me."

"Baciarsi e guardarsi negli occhi,strofinare il viso contro il suo viso. Molte carezze su tutto il corpo -fianchi, schiena, stomaco, gambe, vulva, vagina, clitoride. Comunicazione verbale."

"Una volta il mio amante mi ha detto che voleva passare tutta una giornata a farmi quello che normalmente avrei fatto io - da quando mi alzavo a quando sarei andata a letto. Incominciò a lavarmi i denti e la faccia e poi a spazzolarmi i capelli e a vestirmi. Un'esperienza meravigliosa,non la dimenticherò mai per tutta la vita. Non ho mai passato momenti così intimi con un essere umano in vita mia,e adesso stiamo ancora insieme. Mettiamo le dita e la lingua in tutti i posti del corpo dell'altro e cerchiamo di stare fisicamente più vicini che possiamo. E' un compagno meraviglioso."

"Le esperienze migliori della mia vita sono state quelle sessuali, erotiche, ma non genitali; sono attimi di sguardi, di comprensione segreta, istantanea, "cosmica", con le persone che ho amato..."



SHERE HITE -Il Primo Rapporto Hite,un'inchiesta sulla sessualità femminile


In questo periodo mi chiedo sempre più frequentemente quanto siamo libere e liberi di vivere il contatto fisico con le altre persone, quanto ce lo permettiamo, quanto finiamo per aderire alla norma, ai comportamenti normati e soprattutto quanto liberando questa energia, questo amore, tantissimi malesseri potrebbero essere curati senza quella valangata di sostanze chimiche che ingeriamo ogni giorno per star bene, star male, dimagrire, ingrassare, piangere, ridere, vivere e sopravvivere.

mercoledì 20 novembre 2019

LA SCIENZA CONFERMA – Abbracciare gli alberi fa bene


Risultati immagini per Abbracciare gli alberi


ABBRACCIARE GLI ALBERI FA BENE ALLA SALUTE ,un’idea della “hippy generation” molto criticata, è ora provata in modo scientifico: contrariamente alle credenze popolari, toccare un albero rende più sani. Per stare meglio non importa neppure toccarlo, l’albero: il solo essere nelle sue vicinanze ha lo stesso effetto. Parola di Matthew Silverstone, autore del saggio “Blinded by Science”, Bendati dalla scienza ufficiale. Tesi: tutto vibra, dal nucleo di un atomo alle molecole del nostro sangue e del nostro cervello. Suoni, piante, animali. Fino allo spazio esterno.“Una volta compreso questo principio di base, tutto diventa improvvisamente chiaro: se applichiamo questa teoria al mondo intorno a noi, ci stupiremo di cosa potremo imparare”. “Blinded by Science” spiega come smettere di essere “accecati dalla scienza”, e offre una teoria che, se applicata a fattori come l’acqua, le piante, il sole e la luna, sembra avere un “senso perfetto”. Così, Silverstone prova “scientificamente” che gli alberi migliorano molti aspetti della salute: malattie mentali, disturbo di deficit di attenzione e iperattività (Adhd), livelli di concentrazione, tempi di reazione,depressione, emicranie.
 
 
INNUMEREVOLI STUDI hanno dimostrato che i bambini mostrano effetti psicologici e fisiologici significativi in termini di salute e benessere quando interagiscono con le piante”. Studi che dimostrano che i bambini “stanno meglio, cognitivamente ed emotivamente, in ambienti verdi”. I piccoli “giocano in modo più creativo” se si trovano nel bel mezzo di un bosco. Una indagine sulla salute pubblica, programmata per studiare l’associazione tra spazi verdi e salute mentale, conclude che “l’accessibilità a spazi verdi può significativamente contribuire alle nostre capacità mentali e al nostro benessere”.Quale può dunque essere l’aspetto della natura che può avere effetti così significativi? “Fino ad ora si è pensato che fossero gli spazi aperti, ma Matthew Silverstone mostra che non si tratta di questo”. Piuttosto, il ricercatore inglese “prova scientificamente che sono le proprietà vibrazionali degli alberi e delle piante a darci i benefici in termini di salute, non gli spazi verdi e aperti”.
 
 
LA RISPOSTA A COME PIANTE ED ALBERI CI INFLUENZINO fisiologicamente sembra dimostrarsi molto semplice: “È tutto dovuto al fatto che ogni cosa ha una vibrazione, e differenti vibrazioni influenzano i comportamenti biologici”. È stato provato che, se beviamo un bicchiere di acqua trattato con una vibrazione di 10Hz, il nostro tasso di coagulazione sanguigna cambia immediatamente con l’ingestione dell’acqua trattata.Per Silverstone, accade lo stesso con le piante: “Quando tocchiamo un albero, la sua diversa vibrazione influenzerà vari comportamenti biologici del nostro corpo”. Questa idea ‘vibrazionale’ è supportata nel libro da centinaia di studi scientifici, “che forniscono prove schiaccianti che l’abbracciare gli alberi non è una pazzia: non solo fa bene alla nostra salute ma può anche far risparmiare molti soldi ai nostri governi, offrendo una forma di trattamento alternativa e gratuita”. Secondo l’indagine, “spazi verdi e sicuri possono essere efficaci quanto una prescrizione medica nel trattare alcune forme di malattia mentale”. E se i medici, d’ora in poi, trattassero alcuni disturbi suggerendo una passeggiata nel parco piuttosto che una scatola di pillole?