sabato 28 settembre 2019

La Grande Muraglia Verde

L’Africa sta costruendo un gigantesco muro di alberi per combattere gli effetti del cambiamento climatico. L’iniziativa ha preso il nome de La Grande Muraglia Verde. Coprirà tutta la larghezza del continente, costeggiando l’immenso deserto del Sahara e cercando di fermarne la costante espansione.
Funzionerà? Il grande muro è davvero un’opera immensa, maestosa. Attraverserà 11 paesi, misurerà 8,000 km di lunghezza e 15 di larghezza. Fino ad oggi il Senegal ha fatto i più grandi progressi, piantando 11 milioni di alberi nel tentativo di invertire la continua desertificazione e ridare un po’ di verde a quello che un tempo non era un deserto ma una distesa rigogliosa.
Senza alberi il vento scava il suolo e lo erode giorno dopo giorno. Adesso le foglie forniscono il compost necessario, la folta chioma degli alberi trattiene l’umidità dell’ambiente e offre un po’ d’ombra.
Le piante scelte sono alberi di acacia per la loro resistenza e per l’enorme capacità delle sue radici di trattenere acqua nel suolo. Così pian piano i pozzi che erano rimasti asciutti, si sono riempiti di acqua di nuovo, e intorno agli alberi è ora possibile fare altre colture.
Il muro ha generato una intera nuova economia, dato un lavoro ben retribuito, come è giusto che sia. Ma sopratutto il fatto di aver fermato la desertificazione, ha fermato bruscamente l’espatrio di tante persone.
Prima erano costretti a migrare per non morire di fame, mentre ora basta seguire la linea del muro verde e si può trovare lavoro. Così le persone stanno rimanendo dove sono nate, sono felici e possono immaginare un futuro diverso. Le scuole si sono riempite di bambini.

Il progetto è nato nel 2007, ci si aspetta che costi 8 miliardi di dollari in totale. Mancano ancora diversi anni per il suo completamento, ma la banca mondiale, le Nazioni Unite, l’Unione africana a altri organi, hanno promesso di prestare i soldi necessari per continuare a piantare.
É un’iniziativa davvero pionieristica, sopratutto nella lotta al cambiamento climatico globale e alla desertificazione. Potrà cambiare totalmente la vita di milioni di persone se sarà completato.
Se questo progetto sarà portato a termine non solo sarà la più grande opera dell’uomo, ma sarà anche la più bella.

venerdì 27 settembre 2019

Australia: Tony Rinaudo, l'uomo che fa rinascere le foreste in Africa











Si chiama Tony Rinaudo e fa l'agronomo.

Nel tempo libero pianta alberi, e l'ha fatto per 30 anni.

Alla fine di questo tormentato 2018 volevo una storia bella e questa e' una di quelle, silenziose e piene di speranza; dove una persona sola puo' fare tanto, con quello che ha e che e'.

Nel giro di 30 anni Tony ha riforestato un area di 6 milioni di ettari, cioe' Piemonte, Lombardia e Veneto messi insieme nell'enorme continente oceanico.

In totale fanno 240 milioni di alberi, che ha curato e seguito con una tecnica da lui stesso inventata.

Tony Rinuado e' di Myrtleford, Victoria, in Australia. Da giovane si trasferi' in Niger, uno dei paesi piu' poveri del mondo. Era il 1981, e cerco' di piantare alberi qui, per conto di un gruppo di missionari, World Vision Australia.

I contadini locali praticavano un agricoltura "intensiva" nel senso che ogni centimetro era dedicato a piante, ma la terra era desolata ed arida, e i raccolti scarsi. Anche i suoi sforzi di piantare alberi per due anni furono vani.

I contadini vedevano il loro raccolto diminuire di stagione in stagione. La terra era semplicemente morta.

E cosi Rinuado cambio' tattica. Invece di piantare alberi noto' che c'erano piccoli cespugli selvatici che crescevano sponataneamente e che venivano spesso tagliati dai contadini per far spazio ad altro,
nella speranza di aumentare i propri raccolti, o per ricavarne legna da ardere.

Decise allora di dedicare energia e tempo per curare questi cespugli, con l'idea che visto che era l'unica cosa che cresceva se li si aiutava un po, forse si sarebbero ingraditi,  e avrebbero aiutato l'ecosistema.

Mise a punto una tecnica, oggi nota come Farmer Managed Natural Regeneration (FMNR) che parte da principi tanto semplici quanto logici: aiutare comunita' povere a rigenerare terre aride partendo da cio' che cresce spontaneamente.  Vengono usate vecchie pratiche in cui cespugli ed arbusti vengono tagliati per far legna, ma in modo che  non muoiano, assicurandone un ciclo vitale ottimale, e in cui gli alberi stessi vengono piantati e potati in modo da ottimizzarne la crescita, l'esposizione al sole e l'accesso all'acqua.

Rinaudo divenne noto come il "contadino scemo bianco" - ''the crazy white farmer'' ma lo stesso convinse dieci altri contadini dell'area a seguire il suo esempio: cioe' invece che abbattere questi cespugli, di aiutarlo a farli crescere.

Arrivo' la siccita';  questo convinse altri contadini a partecipare all'esperimento, e invece che tagliare gli arbusti, di curarli. Non avevano nulla da perdere. Grazie a questi cespugli che pian piano diventavano veri e proprio alberi piano piano l'ecosistema cambio'.

In meglio.  
I campi degradati divennero piu produttivi, grazie agli alberelli che davano ombra, aiutavano con le radici a trattenere acqua, rendevano il terreno piu' fertile ed evitavano l'erosione. E con campi, anche il pascolo del bestiame ne giovo'.

Campi dove c'erano uno o due o zero alberi per ettaro, ora ne hanno circa quaranta. La voce si sparse e tutt'a un tratto tutti i contadini volevano alberi nei propri campi.

A Rinaudo diedero un altro soprannome, l'uomo che sussurra agli alberi.

Sono passati trent'anni e appunto, sono stati rigenerati 240 milioni di alberi partendo dal Niger, e poi in tutto il mondo, dalla Somalia all'East Timor, dall'Indonesia alla Birmania. E' un metodo a basso rischio, a basso costo, ottimale per contadini che vivono in zone povere e che temono interventi iniziali troppo drastici. Tony Rinaudo e' ancora all'opera, ed oggi e' il Natural Resource Advisor di World Vision Australia.

Dice che per iniziare l'investimento il costo e' di due dollari. Il costo di un taglierino per far si che germogli di alberi possano crescere e per curarli da subito.

Rinaudo e' stato invitato a raccontare la sua storia al meeting mondiale sui cambiamenti climatici in Polonia, dicendo a tutti che gli alberi migliorano l'agricoltura, riducono le temperature, mantengono acqua nel terreno, assorbono anidride carbonica. Piantarli e curarli lo si puo' fare ovunque, anche in zone dove la temperatura raggiunge i 40 gradi ogni giorno  come mostra il suo esempio.
Qualche giorno fa gli e' stato assegnato il Right Livelihood Awards uno dei piu' grandi premi ambientali del mondo.

Ci sono due miliardi di ettari di terreni degrati al mondo; riforestarli non sarebbe una cattiva idea.

Ma il questo ultimo giorno del 2018,  il mio messaggio e': non occorre andare in Niger e dedicare 30 anni della propria vita a far nascere foreste.

Possiamo tutti far qualcosa per il pianeta, ogni santo giorno, con dedizione ed amore.

Al signor Tony Rinaudo, grazie.


http://dorsogna.blogspot.com/2018/12/australia-luomo-che-fa-rinascere-le.html