Ma il contesto è completamente diverso, e io chiamo consapevole quella persona che sa usare le sue capacità nel giusto contesto e non confonde una cosa con l’altra. Gli occhi servono per vedere – non puoi sentire attraverso di essi. E le orecchie servono per sentire – non puoi vedere attraverso di esse. Quindi usali quando servono, ma non lasciare che si ostacolino a vicenda.
La mente è uno strumento splendido. Dev’essere ben affilato, ricordandosi però delle sue limitazioni. Dovrebbe rimanere un servitore del cuore. Nel momento in cui diventa il padrone, il cuore muore. Il cuore non può esistere in schiavitù.
Quindi non c’è nessuna contraddizione in ciò che ho affermato – sono solo due contesti diversi. E la tua consapevolezza è diversa da entrambi, quindi una persona consapevole può usare il cuore quando serve, può usare la mente quando serve, può far tacere entrambi quando vuol essere in un assoluto stato di nirvana, in cui non servono né la mente né il cuore. Quando vuol essere semplicemente se stessa, nessuno dei due è necessario.
Se sei tu a governare i tuoi strumenti, non esiste alcun problema. Se hai un flauto e io ti chiedo: “Puoi smettere di suonare per qualche istante – voglio parlarti” e tu rispondi: “No, non posso farlo; il flauto non vuole fermarsi”, cosa potrò pensare di te? Che sei matto. Il flauto non vuole fermarsi? Allora non sei tu che suoni il flauto, è il flauto che suona te. Quando vuoi fermare la mente, devi solo dire: “Stop” – e si dovrebbe fermare. Se si muove anche solo un po’, vuol dire che occorre urgentemente fare qualcosa. È una situazione pericolosa: il servo sta cercando di essere il padrone. Il servo dovrebbe essere servo e il padrone padrone. Al di là di entrambi c’è il tuo essre che non è né servo né padrone… semplicemente esiste. L'obiettivo di ogni meditazione è arrivare a quell'essenza."
-- The Path of the Mystic --
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La Via del Ritorno... a Casa
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