Ci sono semplicemente persone che hanno compiuto il viaggio e persone
che non l’hanno fatto. Coloro che sono arrivati in fondo non assumono un
ruolo professionale. Sono stati resi umili dal loro viaggio. Coloro che
il viaggio non l’hanno fatto fanno affermazioni tronfie, che vanno in
pezzi la prima volta che s’identificano con te e che i loro pulsanti
vengono premuti. Chi ha fatto il viaggio fino all’inferno ed è tornato
indietro non smania per il cielo. Non appartiene al regno delle favole.
Odora di fuoco e di terra. La sua fronte è solcata dalle rughe, perché
per secoli è stata sott’acqua. La sua bellezza è quella della terra. E’
una principessa segnata dal tempo, una madre, non una sposa dal candore
virginale. Per risorgere, per salire al cielo, prima devi incontrare il
diavolo, a testa alta. Non lo troverai, se continui a cercarlo negli
altri. Se non credi nella tua esistenza, significa che non ti sei dato
la pena di cercarlo dentro la tua mente. Il diavolo è la tua stessa
presenza angelica, dissacrata. E’ la tua dimenticanza, la tua violenza
nei confronti di te stesso. E’ colui che è ferito, crocifisso, l’angelo
caduto dal cielo al letamaio, nella forza selvaggia dell’incarnazione
terrena. Lui è te, più di quanto non lo sia il tuo io angelico. Il tuo
io angelico è etereo, come l’aria.
Non è di questa terra. Non può elevarsi rispetto a ciò che non ha mai
incontrato. Il diavolo è di questa terra. La tua mente, il tuo ego è il
creatore della terra, con tutto il suo dolore e la sua bellezza
manifesti. Non respingere la tua creazione prima di essere arrivato a
conoscerla. Cammina sotto la pioggia. Bruciati sotto il sole. Rotolati
nel fango. Assapora tutto pienamente. Non cercare di lasciare questo
mondo prima di essere pronto. La necessità di partire segnala la totale
dipendenza dallo stato di dolore. Devo dirti francamente che non c’è
nessun posto dove andare. E’ così. Non puoi andartene, uscire dalla tua
stessa creazione.
Devi muoverti in essa, essere con essa e imparare ad allontanarla da te.
Dio non verrà come salvatore, a liberarti da un mondo che ti sei creato
da solo. Questa è una vecchia soluzione paradigmatica. Non ti dà alcun
potere. Anche se fosse possibile, non sarebbe nel tuo interesse. Dio
arriva attraverso il tuo gesto di accettazione nei confronti della tua
mente. Arriva nell’amore e nella compassione che porti a colui che è
ferito, dentro e fuori. Arriva quando ti chini ad abbracciare le ali
scure che si muovono piano, di fronte alla porta chiusa della tua paura.
Queste ali non potranno farti male. Nessuno è dissacrato, per quanto
grande sia la ferita che ha dentro. Nessuno viene derubato della sua
innocenza, per quanto grave sia l’abuso che ha fatto o ricevuto. Devi
vedere attraverso quel colore scuro, ed entrare nel calore di quelle
ali. Qui c’è una porta che conduce diritto al cuore. Entra nel tuo
dolore! Non puoi arrivare a Dio se non attraversi la notte oscura
dell’anima.
Tutte le tue paure, i tuoi motivi di vergogna, devono essere innalzati.
Tutti i tuoi sentimenti di separazione devono venire a galla per essere
curati. Come puoi risorgere dalle ceneri del tuo dolore, se prima non lo
riconosci? Coloro che fingono di non avere ferite non inizieranno mai
il viaggio spirituale. Coloro che aprono la ferita e fustigano se stessi
o gli altri non faranno più di un passo nel processo di guarigione. Se
vuoi guarire, ricorda, lascia affiorare il dolore. Guarda la tua ferita,
riconoscila. Sii con essa e lascia che essa t’insegni.»
Paul Ferrini – “Il Silenzio del Cuore”
http://divinetools-raja.blogspot.it La Via del Ritorno... a Casa
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