Non ha molto senso in natura il parto doloroso. Il parto
dovrebbe essere quantomeno piacevole.
Per quanto non riusciamo a capacitarci non manca giorno in
cui non ci accorgiamo della menzogna che ci circonda in cui siamo totalmente
immersi e che ci condiziona continuamente l’esistenza; parlando di parto una
volta compresi i meccanismi della natura viene spontaneo chiedersi che senso
hanno i forti dolori del parto?
Pochi se non addirittura nessuno! La natura incentiva le azioni che
sono utili all’esistenza (bio-logiche) e dissuade da quelle dannose,
per fare questo utilizza le percezioni dell’essere vivente con le quali lo
conduce verso il naturalmente giusto e lo tiene a distanza da quello che sostanzialmente
è contrario alla vita stessa.
La cosa più importante per Madre Natura è la Vita, mantenere
in vita l’essere vivente è il primo e fondamentale scopo della Coscienza che in
tal modo ha la possibilità di continuare l’esperienza in questa dimensione, subito
dopo in ordine di importanza c’è la prosecuzione della vita che può
essere attuata attraverso la procreazione in tutte le sue fasi(atto sessuale,
concepimento, gravidanza e parto), è facile intuire che in natura tutto ciò che
è bio-logico e necessario venga donato/vissuto con piacere e amore, anche se
come si può ampiamente sperimentare oggi l’uomo a causa delle imposte ed innumerevoli
sovrastrutture mentali ha trasformato la percezione di queste essenziali fasi
trasformandole in qualcosa di faticoso, sofferto a volte addirittura doloroso;
basti pensare che la vita oggi per i più è un peso che ci fa “trascinare” fino
alla sua conclusione, condizione che chiaramente non fa che generare malattia,
il parto è assolutamente doloroso e molte donne vogliono evitarlo, persino
l’atto sessuale oggi costituisce sempre più un problema per via di molti tabù e
convinzioni che si installano nella mente degli uomini tanto da alterarne la
percezione da sublime ad appena piacevole se non peggio.
La natura ha ideato il parto affinchè esso fosse quantomeno piacevole.
L’amplesso sessuale, il concepimento e la successiva
nascita di un nuovo essere vivente sono necessari alla natura e agli esseri
viventi per perpetrare se stessi e pertanto devono essere appetibili, cioè
piacevoli, se non addirittura sublimi, il contrario striderebbe enormemente con
le regole della natura, infatti se non fossero tali atti accompagnati da un percezione
positiva/piacevole non sarebbero incentivati e qualora addirittura fossero il contrario,
quindi spiacevoli/dolorosi si andrebbe incontro all’estinzione.
E’ comunque opportuno rappresentare che nonostante ciò
comunque il parto debba essere comunque abbastanza difficoltoso da portare a
compimento, che richieda un notevole sforzo e anche certa forza di volontà,
questo “limite” eviterebbe gli eccessi di nascite in maniera naturale.
E’ importante anche tener
conto della funzione di unione – riunione del dolore; i dolori devono essere visti anche in tal
senso, essi infatti legano madre e figlio con un rapporto psico-spirituale
quasi inscindibile, tuttavia una madre altamente evoluta e consapevole
tale rapporto lo instaura immediatamente col bambino all’atto stesso del
concepimento, quindi la fase di dolore del parto sarà del tutto assente.
Quindi riassumendo la donna moderna plagiata com'è dal suo subconscio
già alla nascita, fortemente condizionata dalla società, disconnessa dal
suo vero sé è quasi sempre soggetta ai dolori del parto che hanno lo
scopo di ricondurla
al suo vero sé interiore ed ad un idilliaco legame col suo bambino cosa
che invece non
dovrebbe accadere alla donna-madre evoluta.
Nonostante ciò sia ben comprensibile alla maggior parte delle
persone risulta difficile credere che l’evento naturale della nascita di un
bambino sia stato previsto da madre natura come fonte di sensazioni fantastiche
prive di profonda sofferenza.
Dimentichiamo sempre che pur essendo esseri divini di
fatto però la maggior parte degli individui del pianeta è stata sottoposta ad
un processo di personalizzazione egoica e programmazione alla paura sin da
prima della nascita, caratteristiche che oramai sono innate negli esseri umani.
Come hanno fatto a suggestionarci
fino a questo punto? Quant’è vecchia quest’opera di manipolazione?
Riguardo alla fattispecie specifica del parto questa
programmazione che influisce sulla percezione e quindi sul vissuto dell’evento
è da far risalire ai tempi(inventati) di
Adamo ed Eva quando cacciati dal paradiso terrestre Eva fu condannata a
partorire nel dolore e quindi non più nella gioia, poi le religioni e le culture hanno fatto il resto.
Questo può far capire il profondo livello di manipolazione percettiva a cui siamo sottoposti
e che tale stato percettivo si tramanda di generazione in generazione da
millenni e fa parte del nostro subconscio collettivo e quindi anche del
singolo.
Riuscire a staccarsi
dalla matrice di falsità in cui viviamo ci consentirà di vedere tutto con nuovi
occhi ed a iniziare a vivere la nostra vera vita fatta di gioia non di dolori,
contrasti, odio, prevaricazioni,inganni ecc.
Tornando alla questione del parto, l’evento più importante per il genere umano è palese come la
sua percezione falsata sia frutto di una suggestione che dura da tempi immemorabili e che
quindi non è affatto facile trascenderla, nonostante ciò di tanto in tanto la
natura fa capolino facendo godere delle gioie del parto ad alcune donne, ma
come avrete capito non si tratta di una semplice casualità bensì della
normalità dell’essere donna, negata dai nostri veri e malvagi “padroni”.
Tenuto conto della funzionalità del parto per la
continuazione della specie, delle regole di Madre Natura ed abbandonati
lentamente i cliché culturali e religiosi ci si può finalmente avvicinare
all’evento con un nuovo approccio, con fervida e gioiosa aspettativa, facendo
cadere quelle tremende ed assurde tensioni che non consentono di godere
dell’evento più bello in assoluto per una donna e per l’intera umanità.
Non si tratta di imparare una tecnica per stare meglio,
anche se chiaramente sarebbe utile, ma di abbandonare ogni paura, tensione,
credenza, diceria, ed entrare in strettissimo contatto col proprio bambino e
col proprio essere madre che dona una gioia ed un piacere indescrivibile a
parole.
Marcello Salas
Ispirato dal seguente articolo:
Parto orgasmico: mito o realtà?
. E’ certo che chiunque pensi al momento della nascita,
non può che immaginare urla strazianti e donne sofferenti, complici la
televisione e i film. Ma è davvero
inevitabile passare le pene dell’inferno per dare alla luce o
esistono esperienze differenti che possano sminuire la paura del dolore
che si diffonde nel genere femminile all’idea di partorire?
Eppure
di studi e articoli di giornali (come El Mundo, La Stampa e altri) che
dimostrano il contrario ce ne sono. Frederick Leboyer, ostetrico e ginecologo francese,
propulsore del parto dolce
e del massaggio neonatale , fu fra i primi, già negli anni ’70, a
considerare le contrazioni dolorose
durante il travaglio come sintomi
patologici la cui causa si può attribuire alla paura
del dolore stesso.
Quando una persona si aspetta
dolore, si irrigidisce ed effettivamente percepirà dolore. La paura mantiene
infatti attivo il sistema simpatico e non permette il rilassamento dei muscoli
responsabili dell’ apertura del collo dell’utero, rendendo le contrazioni dei
terribili crampi.
Invece, quando la partoriente è rilassata, l’ossitocina (uno degli ormoni che si liberano,
insieme alla prolactina e alle beta-endorfine, durante il parto e anche durante
il coito) fa sì che l’utero si rilassi e si espanda accompagnato da sensazioni
piacevoli.
L’ossitocina sintetica invece, iniettata in vena bloccando così la
produzione di quella naturale, irrigidisce i muscoli uterini provocando forti
contrazioni spasmodiche e dolorose.
Altre
autorità in materia di parto naturale sono la biologa spagnola Casilda Rodrigañez Bustos e
l’ostetrico francese Michel Odent,
che nei loro scritti hanno sottolineato l’affinità ormonale (ma non solo) dei
processi biologici di accoppiamento e parto e la necessità di ridurre la
medicalizzazione di questi ultimi. Entrambi evidenziano l’importanza di recuperare
la naturale flessibilità di un utero represso sessualmente fin dall’infanzia,
rendendolo rigido a tal punto da vivere processi naturali (come il parto o le
mestruazioni) como dolorosi.
Per parto orgasmico si intende un parto
dove la donna, non necessariamente raggiungendo il climax, entra in uno stato estatico di forte connessione con il bebé,
amore profondo e piacere fisico.
I fattori determinanti ovviamente
sono molti, come
durante un incontro amoroso: intimità, sentirsi al sicuro e protetta, fiduciosa
e a proprio agio con il proprio corpo e con le persone accompagnanti. Sapere di essere in grado di partorire, in
quanto donna, ed avere una relazione
sana e positiva con il proprio corpo sono punti chiave del
cammino di preparazione fisica, emotiva e spirituale a questo rito di
passaggio.
Benché l’ esperienza del parto
estatico non sia comune, per le condizioni in cui avviene la maggior parte di
essi e la grande medicalizzazione che inibisce la segregazione naturale
dell’ossitocina, vi sono numerosi casi di donne che, pur non raggiungendo
l’orgasmo, provano piacere o perlomeno non provano dolore.
Uno
studio francese (fra i vari realizzati in tutto il mondo) capeggiato dal
ricercatore Thierry Postel e pubblicato sulla rivista Sexologies, ha indicato
come lo 0,3% dei parti (circa 1.536)
si sia rivelato orgasmico. Su 206.000 nascite monitorate, 668
furono indicate tali dalle ostetriche su testimonianza delle madri, mentre
altre 868 solo su osservazione delle ostetriche. Curiosamente, solo 9 donne
confermarono personalmente di averlo vissuto, il che apre una finestra sul tabù della nostra società a riguardo.
Il
pluri-premiato documentario Orgasmic Birth (2008)
di Debra Pascali-Bonaro raccoglie le testimonianze di 11 madri che hanno avuto
la fortuna di vivere quest’esperienza, portando alla luce una
tematica alquanto silenziata dai media.
Le prove ci sono insomma, schivare la minaccia biblica si può, ora sta
a noi percorrere il cammino del cambio e far sì che esso accada, prima di tutto
dentro di noi.
Christine
Michel F.
Partorirai nel dolore significa che dato il peccato originale (cioé Adamo che si accoppia con Eva prepaturamente), la nascita che Dio aveva programmato senza dolore, diviene con dolore per volere dell'uomo peccatore (e non di Dio), per un corruzione del DNA data appunto dal peccato originale. Dio si limita a dire cio' che succederà...
RispondiEliminaRicerche su modi per evitare il dolore del parto sono una cosa positivissima, compresi quelli sul parto orgasmico. Ma la polemica antireligiosa non c'entra nulla, ed è fondamentalmente stupida e indebolente la tesi che si vuole dimostrare.